giovedì 14 dicembre 2023

Marcovaldo: racconti divertenti ma strutturati di Calvino negli anni Cinquanta

 Il personaggio di Marcovaldo, sognante e sfortunato è uno dei più famosi della letteratura di Italo Calvino.


I racconti sono stati scritti nel corso del tempo: i primi tre nel 1952, altri tre nel 1953, due nel 1954, uno nel 1955, uno nel 1956 e così via altri sei, alternando sempre le stagioni (da qui il sottotitolo Le stagioni in città) fino a pubblicare la raccolta completa nel 1963.

Marcovaldo è giunto in città da giovane, lavora in una fabbrica come manovale e ha una numerosa famiglia: sono le sue avventure e quelle dei suoi figli a essere raccontate nei vari episodi, uno più delizioso dell'altro. Il mondo della città, tuttavia, gli è stretto: osserva la poca natura che incontra ed è più attento a questa che al grigiume cittadino che lo circonda. L'episodio in cui porta a spasso per la città con il motorino la pianta della ditta perché possa beneficiare della pioggia, come se rincorresse un sogno o un'idea e non la pioggia, è uno dei passi più poetici che abbia mai letto.

"[...] e, per vie e corsi e piazze, Marcovaldo rincorreva la sua nuvola, curvo sul manubrio, imbacuccato nel cappuccio da cui sporgeva solo il naso, col motorino scoppiettante a tutto gas, tenendo la pianta nella traiettoria delle gocce, come se lo strascico di pioggia che la nuvola si tirava dietro si fosse impigliato alle foglie e così tutto corresse trascinato dalla stessa forza: vento nuvola pioggia pianta ruote."

Molti passi sono contrassegnati da una scrittura splendida, da una scelta lessicale felice per ricchezza, assonanza e significato, anche nel semplice descrivere il passaggio di una mandria, un paesaggio innevato, il movimento di una gru, eppure sempre scegliendo parole semplici, di uso comune.

"La fila di secchi delle draghe salivano diritti e scendevano capovolti, e le gru sollevavano sul lungo collo un gozzo da pellicano stillante gocce della nera mota del fondo."

Con uno sguardo scanzonato e giocoso, Calvino mette in scena delle trovate semplici e geniali a un tempo. Partendo dalla descrizione di piccole cose, come dei funghi, la vita notturna della città, un supermercato, il racconto evolve in modi imprevedibili, paradossi, brillanti.

Pur essendo quasi tutti racconti agrodolci, nei primi la fa da padrona l'ironia (ho riso tantissimo per La città smarrita nella neve, La cura delle vespe, Il coniglio velenoso), mentre nell'ultimo ciclo prevale il senso d'amarezza. Camuffate da fiabe per bambini, Calvino descrive impietosamente la sua società: il consumismo, la povertà della classe operaia, le condizioni di vita del manovale che vive in condizioni di sovraffollamento in una stanzuccia seminterrata con uno stipendiucolo che non basta a sfamare e scaldare la famiglia. Le prime disavventure di Marcovaldo sono tutte alla scoperta di modi per sbarcare il lunario. Marcovaldo insegue le tracce della Natura, schiacciata dall'asfalto e dal cemento, per cercare di portare in tavola il sostentamento dei suoi, ma in città non è sopravvissuto nulla che possa aiutarlo e ogni episodio si conclude con un finale tragicomico.

Gli ultimi episodi sono quelli più malinconici della serie e si sente la denuncia sociale meno mascherata: la tristezza per la cementificazione a oltranza della città, che non lascia più niente di verde e di bello intorno a sé, la critica al consumismo fine a sé stesso.

"Tutti erano presi dall'atmosfera alacre e cordiale che si espandeva per la città festosa e produttiva; nulla è più bello che sentire scorrere il flusso dei beni materiali e insieme del bene che ognuno vuole agli altri [...] e ancora di più facendo il conto di quanto gli spettava a fine mese tra tredicesima mensilità e ore straordinarie. Con quei soldi avrebbe potuto correre anche lui per i negozi, a comprare comprare comprare per regalare regalare regalare, come imponevano i più sinceri sentimenti suoi e gli interessi generali dell'industria e del commercio."

Giudizio: divertente, sognante, romantico e, nonostante la sua apparente leggerezza, profondo ⭐⭐⭐⭐ 1/2