Il professor John Ronald Reuel Tolkien, come ormai tutti sanno, ha dato vita a universi narrativi fantasy di grande complessità e organicità. Tra le sue opere più famose ci sono Lo Hobbit e Il Signore degli anelli, che anche il pubblico mainstream conosce per gli adattamenti cinematografici.
Il mondo di Arda è stato descritto nel dettaglio anche in molti altri testi del professore, modificati e riscritti tante volte nel corso della vita, senza che mai Tolkien riuscisse a farsi pubblicare in un'unica opera tutte le storie relative alla creazione del suo universo e agli scontri fra le sue divinità e i suoi popoli.
Il Silmarillion è questo: una selezione postuma (1977), a opera del figlio Christopher, delle versioni di tutti i testi coi quali Tolkien per tutta la vita immaginò e poi descrisse eventi, luoghi e persone che aveva immaginato per Arda; un puzzle di scritti in epoche diverse (pensati anche come storie a sé stanti in alcuni momenti come Beren e Luthien, Il libro dei racconti perduti, La caduta di Gondolin, I figli di Húrin), che non coincide, dunque, con un'opera narrativa pensata in un unico tempo e che riflette totalmente questa struttura.
I libri sono cinque, totalmente diversi per lunghezza e densità dei contenuti.
Si parte da Ainulindale, la genesi di Arda: la creazione della Musica e delle divinità, i Valar, da parte di Eru o Iluvatar,. Come in altre mitologie, compare presto il dio non in grado di accettare il disegno dell'Uno, Melkor, analogo a Lucifero quale creatura potente e bellissima, ma oscura, che corrompe il mondo già al momento della creazione a cui contribuiscono tutti i Valar.
Ainulindale e il successivo Valaquenta, che descrive la creazione del mondo e di Valinor, la terra perfetta dove risiederanno i Valar, al di là del mare occidentale della Terra di Mezzo, sono i più elaborati degli scritti. Sono contenuti, ma stilisticamente curati.
Tutt'altra cosa è invece il corposo Quenta Silmarillion, il nucleo centrale e che copre il maggior numero di vicende. Gli eventi coprono due ere, dalla nascita di Elfi (i figli primogeniti di Eru) e successivamente degli Uomini, alla corruzione della perfetta armonia che ragnava a Valinor a opera di Melkor/Morgoth, passando per la creazione delle gemme chiamate Silmaril, che scateneranno la guerra fratricida fra le popolazioni elfiche, nate nella Terra di Mezzo e, alcune, migrate a Valinor e successivamente bandite. Più protagonisti degli Uomini nell'opera sono gli Elfi, origine di molti eventi e molto meno saggi di quel che ricordavo ne Il Signore degli anelli, anzi molto più passionali e, talora, oscuri.
Il nucleo dell'opera, in effetti, sono le storie delle battaglie intraprese contro Morgoth per riprendere i Silmaril. Il lettore, sia pure già introdotto alla Terra di Mezzo dalle opere più note di Tolkien, si perderà fra nomi, eventi e, persino, geografie diverse da quelle che ricordava. Dei molti capitoli presenti nel Quenta Silmarillion, alcuni, come accennato, sono più riusciti, altri meno: l'effetto stilistico è veramente disomogeneo.
Gli ultimi due libri - densissimi - sono Akallabeth, sulla storia del regno di Numenor, e Degli Anelli del Potere e della Terza Era, che racconta la genesi degli anelli di Sauron e dei fatti più vicini a quelli raccontati nelle due opere più famose del Professore.
Il Silmarillion non è un romanzo, è una teologia, una raccolta di miti, un'antologia. Si sente dalla differenza fra le varie parti, alcune più elaborate e raffinate anche nello stile, alcune evidentemente diverse dalle precedenti per stile (e dunque epoca e storia della scrittura). Alcuni brani, addirittura, sembrano in fase di lavoro, quasi appunti delle storie (così tante e varie da meritare una lunghezza anche doppia rispetto al già corposo volume) che sarebbero potute originare da quelle idee embrionali e questo si sente veramente tanto: elenchi di fatti, privi di respiro, di dialoghi, di narrazione (ma chi ha letto Il Signore degli anelli ricorderà uno stile curato e aulico).
Ne risulta una lettura fatta di alti e bassi: alcuni pezzi scorrevoli, persino pregevoli, altri che è veramente impegnativo leggere. Nella mia esperienza da lettrice ci sono attimi di emozione e sospiri e momenti in cui avrei scagliato il volume fuori dalla finestra. Il tempo di lettura è stato molto dilatato. Mi sono interrotta anche per settimane e oltre prima di trovare il desiderio di tornare a sfogliare le pagine.
L'opera è complessa e costituisce quasi più materiale di studio e approfondimento che non narrativa, tuttavia alcune parti mi hanno presa molto e ritengo che ogni appassionato di Arda debba prima o poi passare attraverso questa lettura per godersi appieno la creatività e il genio di questo autore.
Giudizio: ⭐⭐⭐⭐
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