venerdì 8 luglio 2022

Estate delle saghe familiari (parte 1): La vita sessuale dei nostri antenati

 Giugno.

In partenza per la Sicilia metto in valigia un paio di tomi, dispiacendomi di lasciarne a casa altri due, ma realizzo che in 10 giorni sarà dura già poter terminare i primi, che tanto brevi non sono. 

Decido di cominciare da un libro del 2015, acquistato alla Giunti all'ingresso di Careggi ai tempi dell'Università, probabilmente nel periodo in cui era dato alle stampe. All'epoca ne lessi poche pagine e mi parve noioso, ma provo a dargli una seconda occasione e non me ne pento. 

Così inauguro la stagione delle saghe familiari sotto l'ombrellone, un must, con La vita sessuale dei nostri antenati di Bianca Pitzorno.

La storia è divisa in nove parti, ciascuna intitolata come un'immaginaria opera d'arte che descrive la trama di quella specifica parte del racconto.

La protagonista è Ada Bertrand Ferrell, professoressa trentasettenne di letteratura greca a Bologna, ed è attraverso i suoi occhi (in alcuni momenti anche attraverso una narrazione in prima persona) che sono raccontate le vicende delle famiglie Bertrand e Ferrell. Si alternano nel romanzo la narrazione lineare e alcuni flashback nella forma di diari, lettere, giornali o racconti orali, ma sono presenti anche sogni e monologhi all'analista, senza un unico stile espositivo, rendendo la lettura interessante e piacevolissima. La scrittura di Bianca Pitzorno è scorrevole, avvincente, armoniosa, delicata. A volte ironicamente strizza l'occhio al lettore. Superate quelle prime 40 pagine sulle quali mi bloccai al primo tentativo, non riuscivo più staccarmi dalla lettura e ogni ritaglio durante la vacanza è stato usato per tornare nel racconto. Così, nonostante gli impegni del viaggio (mare, mangiate, escursioni, visite nelle città) che mi impegnavano quasi tutta la giornata, le 458 pagine sono state assorbite in una decina di giorni.

Ada si divide fra la città in cui lavora e convive col grigio e piatto Giuliano e il paese d'origine, Donora, in cui si intrecciano le storie dei suoi familiari: la cugina Lauretta, come lei orfana dalla Seconda Guerra Mondiale e allevata insieme a lei nella grande casa padronale in stile Liberty, la severa donna Ada, l'amatissimo zio Tancredi e molti altri cugini, conoscenti e antenati, qualcuno vissuto secoli addietro, come Donna Jimena, che ha dato origine alla stirpe Ferrell nel Cinquecento o la banditessa Clara Eugenia vissuta nel Settecento. Le vicende si snodano nel corso dei secoli tra misteri e segreti, come fili intrecciati dalle mani, quasi tutte femminili, di questa stirpe. Gli uomini delle due casate sono presenti nel racconto, ma funzionali alla storia, mentre reali protagoniste, osservate più da vicino nei sentimenti, ragioni e azioni, sono le antenate.

Mentre le prime parti del romanzo sono infuse da una certa leggerezza borghese in cui le vicende hanno il sapore di un pettegolezzo informativo ma non dannoso, nell'ultimo terzo circa, l'atmosfera cambia totalmente e diventa più cupa, seria, le vicende sono proprio meno piacevoli e il pettegolezzo diventa maligno, a sancire davvero un passaggio nella vita di Ada, inevitabile e atteso, ma che lascia comunque la nostra protagonista impreparata. Questo cambio di direzione culmina poi in un finale che mi ha delusa, non tanto per la veloce chiusura, quanto per il fatto che questa non riserva ad Ada alcuna conclusione vera sul suo destino. Alcune risposte non spiegate del tutto si intuiscono, secondo me, soprattutto sulle questioni "Giuliano" ed "Estella". Le intuizioni possono poi essere verificate dalle parole dell'autrice su Facebook in alcuni post del 2016 intitolati "Ultimo capitolo", in cui Bianca Pitzorno immagina i personaggi di Perry Mason che, come nei romanzi, commentano il finale del giallo -in questo caso della nostra storia- fornendo le "spiegazioni mancanti". Una di queste "rivelazioni" proprio non l'avevo capita e attualmente la sto ancora rifiutando (la negherebbe anche Ada?), mentre un altro paio di interrogativi mi rimangono lì e vorrei poter avere un seguito per sapere cosa accadrà dopo. Questo è il mood con cui ho terminato la lettura, una smania incredibile di sapere "e adesso che ne è di lei?", e che mi ha spinta a cercare informazioni in rete e a imbattermi nell' "Ultimo Capitolo".

Non ho avuto modo di rintracciare tutte e sei le parti che lo compongono, ma linko qua quelle che ho letto personalmente per coloro che avessero già terminato il romanzo, ma non fossero riusciti a trovare questi addendum e, come me, fossero curiosi delle delucidazioni fornite. Poiché potrebbero non piacere del tutto, pensate bene se cliccarci sopra o meno.

! SPOILER ALERT ! (visto che ho cercato di fare una recensione No Spoiler, non vorrei rovinare l'effetto proprio ora): 

In conclusione...

Cosa mi è piaciuto: la scrittura scorrevole, le storie dei personaggi, il ritmo. La storia mi ha veramente preso tantissimo e l'ho trovata scritta benissimo.

Cosa non mi è piaciuto: il finale, un po' criptico su alcuni passaggi, ma più che altro deludente per la vicenda umana della protagonista, che non ha una conclusione, a mio parere, soddisfacente.

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐ Non fosse stato per il finale ci sarebbe scappato un altro mezzo punto in più.