mercoledì 12 luglio 2023

Secondo capitolo della saga Uno di noi...è il prossimo!

Si torna sul luogo del delitto! Nella cittadina in cui oltre un anno prima è morto Simon Kellher i protagonisti del precedente thriller si sono diplomati, ma ogni tanto riappaiono nella trama, poiché legati ai nuovi personaggi di questo romanzo, ancora young adult e ancora legato a una applicazione che spopola nel liceo. Qualcuno che cova vecchi rancori rimette in piedi il progetto di Simon: svelare scomode verità, a meno che nel gioco non si preferisca rischiare un obbligo. Ci scappa il morto anche stavolta? Eh, certo! Sennò Karen McManus cosa si è scomodata a fare?


I nuovi protagonisti sono tre ragazzi, di cui conosciamo già almeno Maeve, in quanto sorella di Bronwyn. Gli altri sono Knox e Phoebe, che conoscono la prima per ragioni diverse. Frequentano il penultimo anno di liceo, cercano di capire il loro posto nel mondo, si scontrano coi genitori o i familiari e con i loro problemi, come tutti i ragazzi di quell'età, finché si trovano invischiati di nuovo nel torbido gioco di uno sconosciuto, su cui naturalmente si butteranno ad indagare.

La prima quarantina di pagine di questo secondo thriller è stata abbastanza noiosa. Era importante introdurre i nuovi personaggi e le loro relazioni, anche con i vecchi personaggi (il fan service abbonda, va detto), ma l'autrice l'ha tirata per le lunghe, il che si è fatto sentire. In generale anche la trama non è brillante come quella del primo capitolo. Questo si giovava di due fattori vincenti: il delitto a porte chiuse e il fatto che non sapessimo quanto nascondevano i quattro presenti. Ognuno di loro poteva aver ucciso Simon. 
Questo episodio presenta un minor numero di segreti nascosti e si configura maggiormente come romance e come giallo, piuttosto che come thriller. Il livello di tensione non raggiunge mai picchi e, quindi, si è anche meno trascinati nella lettura. Il finale devo dire che mi ha anche abbastanza sconvolto per il livello di durezza.
Molta attenzione è stata dedicata alla ricerca di cosa i ragazzi desiderano fare nella vita, al fatto che spesso a quell'età (quando devono scegliere il proprio futuro) sono confusi, intimoriti anche, vorrebbero prendere delle strade che i genitori non hanno mai nemmeno valutati; si sentono estranei al modo di pensare di questi adulti, che si sforzano di incasellarli in idee precise, ma troppo limitate per loro. Questa riflessione tra le righe mi è piaciuta, anche se non serviva all'andamento della storia mistery.

In ogni caso, superato lo scoglio iniziale, è stata una lettura piacevole, sicuramente leggera e adattissima all'estate, magari sotto l'ombrellone.

Giudizio: ⭐⭐⭐ 1/2

lunedì 3 luglio 2023

Abeditore e Coppola editore: esperienze di letture crime indipendenti

 Da circa tre anni il mio pellegrinaggio annuale a Cesenatico mi conduce presso la libreria indipendente 27, che presenta un catalogo ricco e originale, oltre a essere bellissima e ad avere un'elegantissima mascotte baffuta color tartaruga.

L'anno scorso ci ho comprato due interessanti volumetti, entrambi incentrati su casi di cronaca vecchi di secoli, che mi sono letta durante la maratona estiva 7 libri in 7 giorni hello summer.

Si tratta di un compendio di tutte le informazioni principali del caso di Jack lo Squartatore di Coppola Editore e della cronaca del caso della Marchesa di Brinvilliers, uno dei "Crimes celebres" di Dumas padre, di Abeditore.

Approfitto dei due libricini per dire qualcosa sulle due case editrici in questione, caratterizzate entrambe da una veste grafica di un certo livello.

L'avvelenatrice è invece il resoconto di cronaca e giudiziario che Dumas pubblicò nel 1841. Questo curatissimo libriccino di appena 110 pagine, appartiene alla collezione Piccoli Mondi di Abeditore, che si caratterizza in tutte le sue collane per l'attenzione ai dettagli e alla cura maniacale dell'estetica del libro. Piccoli Mondi è composta interamente di micro-volumi, sempre con le pagine interne color avorio Fabriano e una spessa copertina Tintoretto della Fedrigoni, come tutti i libri della casa editrice, illustrata (nella terza è presente il ritratto di Alexandre Dumas, sulla quarta la raffigurazione di una pagina di giornale che annuncia la scoperta dei delitti e che riporta anche l'immagine della Marchesa di Brinvillier). Della stessa collana ho già puntato un altro paio di titoli (L'altra metà delle fiabe e La storia segreta di una contessa irlandese) e avevo già letto Il testamento di Magdalen Blair.

Venendo alla storia, questa mi era già nota, poiché l'avevo ascoltata nel podcast Nero come l'anima, raccontata da Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi. Si tratta della ricostruzione mediante documenti dell'epoca dei delitti perpetrati da Marie Magdalen d'Aubray, sposata Brinvillier. La donna aveva per amante Santa Croce, che divenne abile a fabbricare veleni, che vendeva a chiunque volesse sbarazzarsi di persone scomode, compresa la d'Aubray. Poiché conosciamo i suoi delitti, naturalmente fu scoperta. Dumas ripercorre la scoperta dei misfatti, l'arresto della donna, i suoi interrogatori e la sua tortura, il processo e infine la sua morte. È un resoconto interessante e scritto in modo piuttosto avvincente, soprattutto nella prima parte, salvo poi arrugginirsi un po' nei dettagli conclusivi, decisamente sovrabbondanti. Colpisce comunque molto la figura della Marchesa, che si contraddistingue per una forza d'animo incredibile, soprattutto per l'epoca, e per l'efferatezza senza scrupoli che la portò a eliminare, con una gran faccia di bronzo, il padre e i fratelli e una serie di vittime incidentali, necessarie al raggiungimento dei suoi scopi.

Per quel che riguarda Gli omicidi di Jack lo Squartatore, si tratta di una ricostruzione della collana Le biglie di Coppola Editore, la casa editrice indipendente che si autodefinisce "terrona", in quanto fondata a Trapani nel 1984, ma con sede a Napoli dalla morte del fondatore, Salvatore Coppola. Contraddistingue le sue uscite editoriali per l'utilizzo di carta riciclata, inchiostri non inquinanti e una certa attenzione agli autori della propria zona e a certe tematiche antimafia: la storica collana I pizzini della legalità era costituita infatti da block notes che raccontavano crimini di mafia. Dal 2021 pubblica anche classici, ma restando originale nei formati, sia curatissimi dal punto di vista estetico, sia insoliti, come i piccolissimi I fiammiferi. La collana Le biglie ha le copertine in grande formato e illustrate come un quadro; hanno colori vividi e design moderni quelle di Biplane, mentre quelle de I bouquet hanno pattern ripetuti floreali o geometrici.
Il volume che ho acquistato si compone di quattro parti, oltre alla prefazione della redattrice Stefania Aniceto e a un capitoletto conclusivo.
Ciascuna sezione è dedicata a esaminare tutte le vittime, le prove documentali sulle caratteristiche degli omicidi e delle presunte comunicazioni con la polizia, i detective che si occuparono del caso e, infine, la lista dei sospetti.
Il libro non pretende di fornire risposte, che, di fatto, non ci sono mai state, anche se Patricia Cornwell, la scrittrice, dedicò molto tempo a studiare il caso e dette la sua versione dei fatti in Ritratto di un assassino e i profiler John Douglas e Roy Hazelwood stilarono un rapporto sul profilo psicologico del serial killer alla fine degli anni Ottanta.

In conclusione si è trattato di due titoli interessanti, di studio, in una veste grafica molto bella. Intendo approfondire prossimamente la conoscenza di questo lato dell'editoria, magari scoprendo altre collane oltre a queste già attenzionate.