Una delle cose più dolci che mai un lettore potrà leggere nella propria vita sono le lettere che Tolkien scrisse ai suoi figli nei panni di Babbo Natale tra il 1920 e il 1943 e che ho letto nel pomeriggio di ieri: Bompiani, Lettere da Babbo Natale, 192 pagine, illustrate con le immagini delle lettere e i disegni acclusi.
Questi scritti sono anche un indizio dell'autore che era John R. R. Tolkien: solo per rendere felici i propri bambini (quattro, John, Michael, Christopher, Priscilla), lo scrittore inglese ha creato un piccolo mondo polare con la sua fisicità precisa, quasi più tangibile che immaginabile e con una lore di personaggi ed eventi organica.
Il creatore di Arda non si è semplicemente limitato a mettere in una casa al Polo Nord Babbo Natale e quattro elfi, ma ha creato una piccola saga che ha per protagonisti Babbo Natale e Grande Orso Polare, che si muovono fra altri personaggi (altri orsi, come i nipoti di Orso Bianco, Paksu e Valkotukka, elfi, goblin, gnomi...) più o meno fissi e che ogni anno vivono avventure quasi sempre ricche e ben sviluppate, dalle goffaggini dell'Orso Polare alle battaglie contro i goblin, che probabilmente piacevano ai figli dello scrittore, poiché le fa ricomparire spesso.
Nelle lettere ogni personaggio scrive addirittura con la sua propria grafia, curatissima: Babbo Natale scrive con lettere tremolanti e, talora, istoriate, Orso Polare in stampatello e modifica la scrittura nel corso degli anni, l'Elfo Ilberth in modo minuto. I goblin, addirittura, hanno un loro proprio alfabeto e dunque in questo micro-universo ci sono più lingue: l'inglese, l'Arktik, i graffiti goblin.
I disegni sono spettacolari: non solo sono dettagliatissimi e ben fatti, ma pieni di colori, vivacità e movimento.
Giudizio: sicuramente il miglior regalo di Natale per un lettore è leggersi questo libro ⭐⭐⭐⭐