venerdì 3 gennaio 2025

Strenna natalizia per Benjamin Stevenson: Tutti hanno dei segreti a Natale

 Avendo molto apprezzato Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno (2022) per la formulazione da giallo classico, l'umorismo e anche una discreta costruzione, ero interessata a proseguire la lettura dei romanzi di Benjamin Stevenson, pubblicati in Italia da Feltrinelli.

Non ho fatto in tempo a leggere Tutti su questo treno sono sospetti, uscito meno di un anno fa, a febbraio, che ecco venire pubblicato anche il giallo di Natale dell'autore: Tutti hanno dei segreti a Natale (224 pagine), strutturato come un calendario dell'avvento, con 24 capitoli, ciascuno contenente un indizio, più la risoluzione finale. Stevenson ci prende un po' in giro sul fatto che si tratti di un vero giallo di Natale (non aspettiamoci le fredde atmosfere inglesi di Agatha Christie): siamo in Australia, è caldissimo e, a parte i regali e la parola in sé, il concetto è presto esaurito.


A questo punto devo specificare una cosa: non ci sono spoiler sul secondo libro, ma sul primo è inevitabile, sebbene indiretto. Poiché nell'esordio tutta la famiglia Cunningham era sospettabile per gli omicidi, se il lettore si approccia al primo dopo aver letto uno qualsiasi dei romanzi successivi, qualunque personaggio ancora in gioco nei sequel non è né morto, né ha ucciso nessuno nel primo. Chiunque voglia leggere qualcosa di questa serie, dunque, per me deve leggere prima Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno, almeno se non desidera sciuparsi la lettura. A conferma della mia tesi, in questo episodio di Natale appaiono in scena almeno due personaggi del primo romanzo e altri sono citati.

Stavolta l'eroe dei due romanzi precedenti, Ernest Cunningham, ha ormai acquisito una certa fama come detective ed è chiamato a soccorrere proprio una vecchia conoscenza del primo libro, implicata in un delitto che riguarda trucchi di magia e associazioni di beneficenza.

Rispetto alla prima storia, ho trovato i personaggi meno caratterizzati e più confondibili, ma è rimasta invariata la scrittura brillante, con frequenti colpi di scena e molto umorismo. Per quanto riguarda la struttura, invece, ritengo che risenta della necessità di spezzare la narrazione in 24 caselle, dovendo fornire per ciascuna un indizio. Il ritmo rimane molto vivace con questo espediente e il libro si fa leggere volentieri (costando quasi fatica doversi interrompere dopo poche pagine al giorno), ma la storia in realtà procede molto meno. Le scene sono poche, tutto sommato, e non succede quasi niente, manca movimento e il giallo ne risulta molto statico (anche perché uno degli omicidi è già avvenuto all'avvio del racconto, fuori campo).

Tuttavia mi sono goduta l'esperienza della lettura e l'ho trovato gradevole. Anche questa volta non sono riuscita a indovinare l'assassino, perciò ci riproverò con Tutti su questo treno sono sospetti.

Giudizio: ⭐⭐⭐


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