venerdì 4 agosto 2023

Helter Skelter di Vincent Bugliosi: nell'abisso del male

"Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro."

Friedrich Wilhelm Nietzsche

Questo è successo quando ho compiuto una full-immersion nel caso giudiziario de casi Tate e LaBianca, raccontati nientepopodimeno che dal Pubblico Ministero del processo a Manson e alla sua Family, ovvero Vincent Bugliosi. Ho letto oltre metà del libro una domenica pomeriggio, per poi risognarmi tutto il processo tutta la notte.


La storia è celebre e macabra: la notte dell' 8 agosto 1969 alcuni membri della cosiddetta Famiglia entrarono nella villa di Cielo Drive a Los Angeles, dove si trovavano l'attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polansky, da cui aspettava da otto mesi un figlio, insieme con alcuni suoi conoscenti, Jay Sebring, Abigail Folger e Wojciech Frykowski, e massacrarono i presenti a coltellate. Inoltre, prima di entrare nell'abitazione, si imbatterono nel giovane Steven Parent, che se ne stava andando, dopo essere passato dal custode per cercare di vendergli una radio, uccidendolo con quattro colpi di arma da fuoco. La notte successiva toccò ai coniugi Leno e Rosmary LaBianca a essere trucidati nella loro casa a Waverly Drive.

La prima notte Charles Manson inviò i suoi sicari, mentre il 9 agosto si recò personalmente sul luogo del delitto, partecipandovi, legando i coniugi nella loro casa. I due delitti, nella mente dell'uomo, dovevano dare avvio all'Helter Skelter, secondo lui addirittura profetizzato dalle canzoni dei Beatles, ovvero una rivolta delle persone nere contro quelle bianche in una guerra che avrebbe nociuto a tutti, tranne che a lui e ai suoi seguaci, che lui avrebbe scortato nel deserto mentre si consumava la guerra da lui scatenata; al termine della guerra le persone nere, che Manson, del tutto razzista, riteneva inferiori, non sarebbero state in grado di "governare il mondo" e dunque si sarebbero rivolte a lui e ai suoi seguaci, ormai divenuti una moltitudine, per prendere il comando. In buona sostanza: il delirio di un pazzo, basato su idee estrapolate anche da Sc1ent0l0gy e dall'Apocalisse. Il difficile, per l'accusa, fu dimostrarlo. 

Nelle prime due parti del libro il narratore è anonimo e ricostruisce tutte le vicende legate ai due fatti di cronaca. Dalla terza parte all'ottava parte, invece, Bugliosi si palesa e racconta in prima persona l'andamento delle sue indagine e poi del processo, compresa l'analisi degli errori principali dei detective nelle fasi di avvio delle indagini e di tutte le difficoltà incontrate a cercare di provare le sue due tesi accusatorie:

  1. Charles Manson era il mandante degli omicidi (in realtà neanche solo di questi) per il suo strampalato movente;
  2. i sicari erano assoggettati al dominio di Manson, che li manipolava, ma erano, a loro volta, sadici e disposti a uccidere al comando del loro leader perché naturalmente predisposti all'omicidio.
Gli esecutori, raccontando a testimoni, gran giurì e giurati i loro crimini, riuscirono ad agghiacciare gli auditori per il loro sadismo e l'assenza di rimorso: davvero mostruosi! Manson fu proprio molto bravo in questo: riconoscere e scegliere i soggetti che "gli servivano". Fu a suo modo un profiler, capiva le persone che gli stavano davanti e quali leve usare, tranne, per fortuna, in un caso.
Il principale testimone dell'accusa fu infatti Linda Kasabian, una degli ex membri della Famiglia, a questa unitasi da pochi mesi quando si recò a Cielo Drive quel fatidico 8 agosto senza partecipare agli omicidi, poiché rifiutava di attuare gli ordini di Manson.

Il potere che Manson ha sviluppato sul gruppo di persone che lo avevano seguito, fondando la comunità di Spahn Ranch, è descritto molto bene nel testo. Mi ha turbata, ma fino a un certo punto. Ci sono stati tanti casi in cui intere comunità (come quelle dei suicidi di massa) o nazioni (penso alle dittature) hanno seguito un pazzo svitato, perché sono state "corrotte" a poco a poco, capendo dove era arrivato il marcio solo quando ormai il potere di quella persona era eccessivamente radicato. Di fatto è anche il circolo vizioso che si instaura nelle violenze domestiche.

La cosa che mi ha fatto rimanere più male però, in questa vicenda, è stata la difficoltà delle forze dell'ordine a orientarsi nei casi, a collegarli, ignorando le piste perché non erano concordi alla loro idea precostituita: insomma, l'incredibile serie di errori che hanno commesso nelle indagini, segno evidente che semplici agenti, ma anche ispettori non erano formati in criminologia e nelle tecniche di interrogatorio (e forse nemmeno in molti aspetti basici).

Anche per questo ho trovato il lavoro di Bugliosi veramente incredibile, accurato e scrupoloso. Anche se forse si gloria un pochino da solo nel racconto, aver provato sia il mandato di Manson (col suo movente pazzoide, così contaminato da tante idee diverse che sembra fintissimo), sia la volontà degli esecutori di uccidere a prescindere da lui sembra miracoloso. Forse non ci sarebbe mai riuscito se così tanti membri della Famiglia non avessero spiattellato "la qualunque", non avessero commesso così tanti errori e non avessero avuto atteggiamenti così tanto sospetti. Di fatto sono riusciti a commettere più errori di quelli di cui i detective non si erano accorti: tolti quelli, ne restavano ancora abbastanza!

Questo saggio è un viaggio nell'abisso. Ho proceduto con grande lentezza nella prima parte, perché era troppo orribile da leggere e ho dovuto porre più di un filtro nella lettura per tutelare il mio benessere. Al contempo è una disamina del Male e della natura della mente umana, assolutamente indispensabile per leggere e capire il nostro mondo (di ieri e di oggi).
A livello di scrittura è scorrevole, soprattutto per l'interesse generato dai fatti, anche se qualche volta ci sono alcuni dati che si ripetono (forse dovuto alla collaborazione di Bugliosi con lo scrittore Curt Gentry oppure per rafforzare nella memoria del lettore alcuni punti, utili a navigare in un mare di nomi e informazioni).

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐

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