giovedì 10 luglio 2025

Il mio primo Coliandro

 Carlo Lucarelli tra romanzi, racconti, saggi e molto altro ha scritto davvero di tutto nel panorama giallo e thriller di questa nazione. Tra le sue serie più celebri ci sono quelle del Commissario De Luca (di cui ho letto Carta bianca e L'estate torbida), del Commissario Marino del celebre Indagine non autorizzata, che ancora non ho letto, dell'ispettrice Grazia Negro (di cui ho letto Lupo mannaro, Almost Blue, Un giorno dopo l'altro, Acqua in bocca). Non avevo ancora letto niente neanche dell'ispettore Coliandro, su cui erano uscite storie a fumetti e una fortunata serie tv sulla Rai tra il 2006 e il 2021, diretta dai Manetti Bros. e con protagonista Gianpaolo Morelli. Lucarelli stesso racconta nelle interviste che Marco Coliandro non ha fan, ma ultrà.


Con la volontà di leggere almeno un romanzo del mio idolo per ogni saga, mi ero presa questo libricino brevissimo (Einaudi, 165 pag) usato per pochi euro, ma non avevo trovato la voglia di leggerlo per un po' e anche l'avvio della storia non mi stava convincendo. Eppure...

Eppure Lucarelli è stato bravissimo a tratteggiare, a farmi capire piano piano chi fosse Coliandro: non solo un povero cretino, ma un personaggio più complesso, meno immediato e non scontato. Non sa trasmettere certi suoi lati all'esterno: è goffo, grezzo, superficiale, mediocre, egocentrico, menefreghista, ma ha anche qualcosa di buono nel fondo, quasi un'onestà fanciullesca che stride tantissimo col resto della sua personalità e persino una certa empatia, la capacità di leggere gli altri e, a volte, affezionarsi.

Per esempio si affeziona a Nikita: gli si presenta davanti (la prima volta Coliandro appare in un racconto che si intitola proprio Nikita) quando è stato declassato alla Narcotici. Ha scoperto qualcosa facendo la pony express e non sa a chi rivolgersi. Becca l'unico poliziotto che non sa neanche lui come si fa a barcamenarsi in un'indagine, figuriamoci se c'entra la criminalità organizzata nella Bologna degli anni Novanta tra spaccio, ambienti universitari e altri più sordidi.

Non solo i personaggi sa descrivere con pochi tratti Lucarelli, ma è anche capace di restituire una certa atmosfera, cinematograficamente. Ed è un film alla fine quello che mi si dipana davanti e mi ha davvero intrattenuta, rapita per le tre ore della domenica pomeriggio in cui l'ho divorato. Non mi stava piacendo all'inizio, con questo personaggio grigio e triste, e invece ho dovuto rivalutare storia e protagonista.

Giudizio: ⭐⭐⭐ 1/2

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