Mi trovavo alla stazione di Milano, nell'agosto 2014, quando decisi di acquistare questo volume di racconti per intrattenermi nel viaggio di quattro ore sull'Intercity che stavo per prendere per tornare a casa. Lo cominciai a quel tempo e, per molti motivi, lo lasciai poi da parte. Quest'estate ho finalmente ritirato fuori Prima che tu dica <<Pronto>>, ripreso da capo e terminato.
Si tratta di 32 racconti scritti da Calvino tra il 1943 e il 1984 più un esercizio di stile, il Piccolo sillabario illustrato, editi per la prima volta -salvo alcune pubblicazioni in rivista- da Mondadori nel 1993, dopo revisione della figlia dello scrittore.
- 19 racconti scritti tra il 1943 e il 1958 e raccolti sotto il nome di Apologhi e Racconti, quando lo scrittore aveva tra i venti e i trentacinque anni;
- Racconti e Dialoghi scritti tra il 1968 e il 1984 (l'anno prima della morte di Calvino) che raccoglie 13 scritti più maturi dell'autore.
Alcuni testi sono bozze di libri mai scritti e mi è sinceramente dispiaciuto non poter leggere il seguito de La collana della regina.
Ho apprezzato maggiormente i primi racconti, più fantasiosi, più velatamente sarcastici, paradossali e geniali. Ma i colpi di scena, i ribaltamenti delle prospettive e spesso anche una certa provocazione sono presenti in tutta questa produzione dai primi agli ultimi anni.
Nei racconti giovanili ricorre, come è normale, il tema della guerra e del Dopoguerra. Sono soldati i protagonisti di alcuni racconti. Nel racconto Un generale in biblioteca si fa forse riferimento alla censura cui sottoposero i libri nel periodo del fascio-nazismo. In Occhi nemici si descrive forte la paura del nazista sempre vicino ma nascosto, camuffato da cittadino qualunque e i malumori del popolo appena uscito dalla guerra.
I racconti più tardivi sono quasi più poetici e anche sperimentali in un certo senso. Le descrizioni minuziose del funzionamento del telefono o della doccia non hanno nulla del tecnicismo, sono vera poesia. Un cavo di rame o una tubatura descritti con un linguaggio così suadente, poetico e scorrevole poteva essere opera solo di Calvino. In questi due racconti si riesce anche a cogliere un mondo in cui ciò che oggi diamo per scontato è invece confort e i servizi non sono così rodati da essere erogati in modo fluido e immediato. È come affacciarsi su una finestra del tempo e scorgere uno spaccato di vita che ormai non siamo più in grado di capire: quelli che per noi sarebbero dei malfunzionamenti, per l'epoca erano dei miracoli.
Nel secondo ciclo di racconti Calvino s'immerge in bellezza, in profondità, in complessità, dando vita anche a una serie di interviste/dialoghi in cui propone alcuni spunti di riflessione: in Montezuma la provocazione che possa essere stata l'arrendevolezza del popolo vinto la causa della sovranità dell'europeo nel Nuovo Mondo; in Henry Ford il duplice punto di vista dell'accusa e della (simulata difesa) dell'industrializzazione e della catena di montaggio; in L'uomo di Neandertal la rivendicazione del primo uomo che ogni cosa scoperta ha avuto origine nel passaggio da scimmia a homo sapiens e che tutto ciò che è stato dopo non era irripetibile ma solo una conseguenza, poiché il seme di tutte le invenzioni era già stato piantato.
Cosa mi è piaciuto: amo la prosa di Calvino. Amo i suoi stravolgimenti di punti di vista. Amo la sua originalità, il suo linguaggio, le sue idee. I racconti che ho preferito sono (in ordine di preferenza): Un generale in biblioteca, Il reggimento smarrito, Solidarietà, La memoria del mondo.
Cosa non mi è piaciuto: naturalmente in una raccolta di ben 32 testi non tutti per me sono di uguale piacevolezza o interesse, ma in quel caso attribuisco la colpa non al racconto in sé, ma a me stessa: magari l'ho letto in un momento di maggiore stanchezza o di distrazione o semplicemente di umore, non adatto a coglierne pienamente la bellezza. Alcuni altri racconti li ho giudicati carini, divertenti o interessanti ma non tali da avermi rapita.
Giudizio: ⭐⭐⭐ e 1/2 come bilancio tra quegli scritti che mi hanno veramente colpita, quelli che ho trovato molto ben scritti e piacevoli e quelli che mi hanno detto meno.