domenica 12 novembre 2023

Il volto del male raccontati da Stefano Nazzi

 La narrazione di Nazzi la conosciamo bene per il podcast Indagini e il giornalista lavora nel campo della cronaca nera da anni.

Ho sempre apprezzato il suo modo di raccontare la "Nera", senza sensazionalismi, senza fare pornografia dell'orrore e forse può farlo anche grazie alla serietà del quotidiano per cui lavora, il Post, per il quale ha sempre dimostrato la sua stima.

Quest'anno Stefano Nazzi ha pubblicato anche un libro, Il volto del male, che tratta di famosi casi di cronaca italiana (come quello di Ludwig o ancora quelli delle Bestie di Satana o del Circeo, ma anche quelli di Bilancia e di Chiavenna) e di casi meno famosi (personalmente non conoscevo quello del Mostro di Foligno o, quello che più di tutti mi ha fatto ghiacciare il sangue nelle vene, quello della coppia dell'acido).


Alcuni casi mi erano già noti per averli ascoltati dalla voce di Nazzi oppure da altri podcast, come Nero come il sangue di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, e programmi televisivi, sempre di Lucarelli.

In totale sono dieci storie che raccontano gli eventi principali dei fatti e delle indagini e cercano di ravvisare i possibili motivi e i retroscena che hanno spinto i criminali a compiere quei gesti. In effetti è un viaggio nel Male e non solo per le storie tristi dei protagonisti, vittime e carnefici, che lo sono diventati perché nel loro passato eventi traumatici li avevano segnati o solamente si era insediato un seme nefasto. In molti casi miseria o violenze o disturbi mentali fanno parte del vissuto dei colpevoli, ma non è sempre così, come nel caso di Chiavenna.

In molti di questi casi la scelta delle vittime è del tutto casuale, priva di movente, dettata semplicemente da circostanze favorevoli o da fugaci impressioni o impulsi casuali. Addirittura, nel caso degli attacchi con l'acido, una delle vittime non era neppure quella designata dagli aguzzini, bensì uno scambio di persona. Questo aspetto mi ha messo i brividi e fa comprendere come chiunque di noi aveva la stessa probabilità delle vittime di trovarsi sulla strada del mostro.

In presenza o meno di una parvenza di movente, sono strazianti anche le storie delle famiglie o dei sopravvissuti, come quelle di Stefano Savi e Pietro Barbini, di Donatella Colasanti o del signor Tollis, che ha cercato il figlio per sei anni ai concerti metal di tutta Europa.

Dieci storie strazianti, ma necessarie per ricordare le vittime e i loro cari e per non essere disinformati: conoscere e approfondire questi casi significa anche conoscere la nostra società e, a volte, può metterci in guardia davanti ai segnali del pericolo.

Giudizio: stile di scrittura piacevole e scorrevole, storie interessanti e dolorose ⭐⭐⭐⭐

Nessun commento:

Posta un commento