martedì 2 gennaio 2024

Canto di Natale & Co: i racconti di fantasmi di Charles Dickens

 Charles Dickens non è stato un prolifico autore di storie di fantasmi, ma, periodicamente, nelle sue e in altrui riviste ha fatto uscire diversi e apprezzati racconti sul tema, il più famoso dei quali è senza dubbio, il Canto di Natale.

Questo dicembre mi sono immersa nell'atmosfera gotica e magica creata dall'autore inglese con Da leggersi all'imbrunire e Canto di Natale, primi miei approcci a questa illustre penna.

La prima è una raccolta, edita da Einaudi, di racconti apparsi in riviste o tratti da opere come Il circolo Pickwick.

I racconti variano molto per lunghezza e contesto. Alcuni sono proprio estrapolati da contesti più ampi e, talora, si nota. Alcuni sono più riusciti, altri meno, ma in tutti si ritrova una narrazione piacevole da seguire e un senso dell'umorismo inconfondibile. Per questo, molto più che essere spaventosi, i racconti sono soprattutto molto divertenti. Alcuni temi, come la promessa fra congiunti di tornare a farsi vivi dopo la morte, o l'apparizione di uno spettro a un conoscente proprio mentre il proprietario lasciava questo mondo, ritornano spesso. Si ritrovano anche nell'appendice conclusiva, dove sono riportati racconti di predecessori o coevi di Dickens, che analogamente a lui si erano cimentati con gli stessi topoi.

Il mio preferito, come atmosfera, dei racconti presentati in questa raccolta, è probabilmente il primo capitolo della La casa infestata, che promette un esperimento sull'osservazione delle presenze in una vecchia e abbandonata casa. Il tema precede molte altre produzioni a venire, tra cui per esempio L'incubo di Hill House di Shirley Jackson, ma ha un'evoluzione completamente diversa e più vicina a quanto assistiamo durante una delle apparizioni degli spiriti in Canto di Natale.

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐ Ho giudicato la lettura estremamente piacevole e i racconti mi sono piaciuti quasi tutti.


Per questo mi sono buttata a capofitto subito dopo nella lettura dell'opera forse più nota dell'autore, prima ancora di Oliver Twist.

Ho letto Canto di Natale grazie all'abbonamento gratis per due mesi di Kindle Unlimited, nella bellissima edizione Rizzoli, illustrata da Iacopo Bruno.

Si tratta di un racconto lungo, la cui trama potrebbe anche essere superflua, poiché chiunque viene a conoscenza della storia prima ancora di mettere le mani sul libro. Da bambina ho visto non meno di tre differenti adattamenti animati di questo racconto: a partire dal più celebre Canto di Natale di Topolino della Disney, che ha avuto il genio di creare un vero Ebenezer in Paperon de Paperoni, passando per Concerto di Natale con i Flintstones e almeno una versione cantata che non riesco a ricordare con precisione, prima del film del 2009 che ha Jim Carrey come Scrooge. E non conto tutte le versioni che non ho mai visto, da Barbie ai Looney Tunes.

Ebenezer Scrooge, come il suo socio Marley, morto ormai da sette anni, è un uomo svuotato da ogni sentimento e interessato solo al profitto, che da buon taccagno non divide con nessuno, pagando una miseria anche il suo impiegato Bob Cratchit, che ha una numerosa famiglia da mantenere, tra cui un bambino malato e storpio (il celebre Tim). Una vigilia di Natale, però, riceve una spettrale visita, quella dello spirito di Marley, che si commisera per l'attuale sorte e gli offre una speranza di redenzione: gli appariranno altri tre spiriti, quello del Natale Passato, Presente e Futuro. Gli spiriti permetteranno a Scrooge di riflettere proprio su quanto gli era capitato, sulla situazione presente e su cosa potrebbe accadere un giorno. Da queste visioni, l'uomo trarrà molti insegnamenti per cambiare la sua vita.

Giudizio: una storia molto dolce e piena di speranza, che conoscevo già, e che infatti non viene mai cambiata nella sua trasposizione, probabilmente perché non gli occorre altro. ⭐⭐⭐⭐

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