lunedì 29 gennaio 2024

Omicidio in biblioteca: un giallo dall'Australia

 Sulari Gentill è un'autrice australiana che ha pubblicato numerosi libri gialli e thriller, candidati anche ad alcuni premi, ma di cui in Italia non era mai stato edito alcunché fino a Omicidio in biblioteca (Piemme, 2023), libro indipendente, rispetto per esempio ad altri della scrittrice che fanno parte di saghe. Mi ha fatto piacere leggere, credo per la prima volta, un romanzo proveniente da questa nazione.


Questo librotto di 347 pagine è una cosina semplice semplice, molto leggero da leggere, mai noioso, coinvolge a sufficienza per desiderare di leggerlo tutto d'un fiato, ma ha un grosso problema, almeno per me: si scopre subito l'assassino.

La struttura è la caratteristica più interessante del romanzo: prevede tre livelli narrativi. La storia principale è quella di Freddie, scrittrice australiana a Boston con una borsa di studio, che cerca di scrivere un romanzo giallo e siede nella Boston Public Library, cercando ispirazione, quando un grido scuote la biblioteca. Al momento di questo urlo femminile, è seduta con altre tre persone (due ragazzi e una ragazza) e l'evento li fa conoscere. Il giorno dopo, nella biblioteca è ritrovato un cadavere e, forse, l'assassino è una di quelle tre persone con cui sta stringendo amicizia.

"E così andiamo a fare amicizia al Map Room e io 

bevo il mio primo caffè in compagnia di un assassino."

Non è spoiler, è proprio scritto nella trama sulla sovraccoperta e la citazione è a pagina 17, alla fine del primo capitolo. In effetti l'autrice è abbastanza franca e gioca mettendoti a conoscenza dei fatti non appena li scopre il personaggio protagonista.

L'interessante di questo libro è che oltre a questa storia principale ce ne sarebbero altre due su piani sopra e sottostanti. Uso il condizionale perché il giallo che sta scrivendo Freddie in realtà non va da nessuna parte e, forse (diciamo che è un'impressione mia), l'autrice se lo dimentica. Il livello soprastante, invece, è quello della scrittrice che sta scrivendo il romanzo con protagonisti Freddie e i suoi amici e che invia ogni capitolo in lettura a un amico di penna. In realtà è un amico di e-email, anch'esso scrittore, ancorché non pubblicato. Anche in questa corrispondenza si cela un giallo, pure questo palesato prima della metà.

Manca, almeno per me, la struttura del giallo classico: i possibili colpevoli non sono costantemente tenuti tutti sotto la stessa luce, non forniscono elementi di sospetto in modo omogeneo, ossia un po' per ciascuno. Il gioco è pulito fino a un certo punto, perché l'autrice prova a buttare fumo negli occhi, rimangiandosi apparentemente la frase del primo capitolo e utilizza un paio di mezzucci che ormai usano tutti gli autori di mistery. Risultato? Appena capisci quale inganno ti sta tendendo la scrittrice, scopri anche subito l'assassino e non mi ha dato alcuna soddisfazione, alla fine, scoprire che avevo ragione. Preferisco sospettare di tutti, perché tutti hanno un movente per uccidere, e non capirci niente, come quando leggo le storie con Poirot protagonista.

Il finale si svolge molto velocemente, occupa giusto una decina di pagine e non risponde a tutti gli elementi disseminati nel racconto, perché no, l'assassino "l'ha fatto perché non sapeva bene cosa fare" non è assolutamente una motivazione di senso.

La verità è che la maggior parte del libro è dedicata alla parte romance, tra Freddie e uno degli altri personaggi, e a cercare di rendere l'ambientazione molto confortevole.

Giudizio: un gialletto da sufficienza, gradevole da leggere, ma assolutamente non all'altezza, né nella scrittura, né soprattutto nella trama mistery e nel modo in cui sono svolte le indagini ⭐⭐⭐

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