venerdì 7 giugno 2024

Fare la conoscenza del Commissario Soneri con L'affittacamere

 La serie del commissario Soneri è famosa per l'adattamento televisivo con Luca Barbareschi e Natasha Stefanenko, Nebbie e delitti e comprende sedici libri, i primi quattordici editi da Frassinelli, mentre gli ultimi da Mondadori. Proprio Mondadori ha curato la ripubblicazione del volume L'affittacamere, che lo scorso luglio l'autore ha presentato al festival Cesenatico Noir, evento durante il quale ne ho acquistato e fatta autografare una copia. Questo maggio sono finalmente riuscita a leggerlo, immergendomi nella sua malinconia.


Questo romanzo è il quinto con protagonista questo commissario solitario e un po' musone. In particolare, questa indagine consente di approfondire una delle ferite che rendono Soneri cupo, distante dai collaboratori e, persino, dalla compagna, Angela.

Il giallo si apre, infatti, con una vecchia conoscenza dell'uomo, la signora Fernanda, che viene in commissariato a cercarlo, perché la sua vicina di casa, Ghitta, non risponde, eppure non dovrebbe essersi assentata. In effetti, Soneri ne scoprirà presto il cadavere e inizierà a indagare, con il contributo, mantenuto un po' a distanza, dell'ispettore Juvara. Il commissario, in realtà, si farà aiutare un po' anche da Angela, che lo guiderà alla riscoperta del vecchio centro di Parma, ormai abbandonato dalla borghesia bene e rimasto popolato solo da stranieri e derelitti. Tuttavia, l'uomo terrà anche la compagnia a una certa distanza emotiva, preferendo addentrarsi nella giunga del centro storico e in tristi ricordi da solo e per un motivo preciso. Il luogo del delitto, infatti, è la casa e la pensione di Ghitta, che molti anni prima aveva affittato una camera anche alla moglie, nientemeno, dello stesso Soneri, morta da alcuni anni.

L'indagine, condotta tra le nebbie e le notti delle stradine meste, ma non del tutto disabitate, della città, guida il commissario a incontrare figure che provengono dal suo passato e da quello di Ghitta: lo porteranno dritto dritto a scontrarsi coi suoi fantasmi e con quanto è rimasto di insoluto nella fine del suo matrimonio.

Si tratta di una storia molto malinconica; la scrittura è molto attenta a scandagliare le sensazioni del commissario e degli indagati, così come di tutti coloro che ruotano attorno al caso. L'atmosfera stessa è molto intima.

Riguardo allo stile di poliziesco, il commissario Soneri segue le orme di un Montalbano o un Adamsberg: vaga seguendo il suo filo dei pensieri e delle sensazioni. Gli interrogatori da cui scaturiscono le riflessioni, anche solide, del poliziotto sono guidati da intuizioni, che lo mantengono sempre in vantaggio rispetto al lettore. 

La scrittura alterna dunque dialoghi, piuttosto scorrevoli e credibili, alla descrizione dei paesaggi cittadini e delle peregrinazioni del commissario. Questa parte, per me, è stata molto apprezzabile. La storia, invece, mi ha interessata fino a un certo punto, anche se l'alone di amarezza e rimpianto che caratterizza la vicenda l'ha anche resa interessante, particolare e gradevole per me.

In conclusione, tuttavia, il gradimento è non eccezionale.

Giudizio: ⭐⭐⭐

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