Rouletabille, il giornalista-detective che ha potere di osservazione e deduzione superiore a qualunque ispettore della Sûreté parigina, nato dalla penna di Gaston Leroux, forma assieme all'Auguste Dupin di Edgar Allan Poe e allo Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle un po' il triumvirato dei primi detective agli albori del mistery, ma potremmo aggiungere il Monsieur Lecoq di Émile Gaboriau (anche se in Uno studio in rosso, Conan Doyle denigra, per bocca del suo protagonista, l'operato di Lecoq e Dupin).
Negli anni in cui scrivevano Gaboriau e Leroux, erano particolarmente in voga gli enigmi della camera chiusa, di cui diventerà uno specialista, per esempio, John Dickson Carr. Il mistero della camera gialla (1908) è il tentativo di Leroux sul tema e uno degli esempi più famosi nella storia del giallo.
Mademoiselle Mathilde Stangerson, figlia non più giovanissima dello scienziato Stangerson, insieme al quale lavora presso il castello di Glandier, in Francia, dove si sono ritirati dopo alcuni anni in America, è aggredita nel cuore della notte nella sua stanza. Il padre e un domestico sono testimoni delle grida della donna, chiusa nella sua camera, ma quando finalmente riescono a entrare, non c'è traccia dell'aggressore. Nessuno riesce a spiegare come qualcuno possa essersi introdotto o come abbia potuto fuggire da quella stanza, finché Joseph Rouletabille non riesce a farsi accettare come presenza al castello di Glandier per indagare, insieme a un rivale, il ben più affermato segugio della polizia, Frédéric Larsan.
La lettura è abbastanza scorrevole, un po' lento nelle descrizioni, anche se la mia edizione Newton Compton, usatissima (procurata a Kilolibro e con le 157 pagine in fuga dalla rilegatura), non ha una traduzione delle più moderne. Il punto principale che mi ha contrariata di questo romanzo, ma agli albori del giallo e di questo sottogenere in particolare è una regola e non un'eccezione strana, è che al lettore mancano gli elementi per arrivare alla soluzione. Il colpo di scena finale è l'obiettivo del romanziere, caratteristica propria del feuilleton, a cui i primissimi gialli somigliano molto di più che ai mistery del periodo di Dame Christie. Il punto è che Rouletabille, per comodità narrative, si trova già prima del caso ad aver assistito, in modo totalmente casuale, a scene che gli rivelano delle informazioni preziose e gli elementi cardine per la risoluzione dell'enigma li scopre poco prima di svelarci la soluzione, senza condividerli e rendendoci impossibile sospettare il personaggio giusto. Fino allo svelamento del nome, io sono stata totalmente convinta di un'altra pista e ogni elemento che leggevo mi confermava nella mia idea, ma mancano ancora 21 anni al decalogo di Knox e alla sua ottava regola.
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