giovedì 1 febbraio 2024

Autobiografia di un dandy: l'anima di Oscar Wilde

 La raccolta intitolata Autobiografia di un dandy è composta di una serie di articoli scritti da Oscar Wilde per varie riviste inglesi negli anni precedenti la condanna.


Nella mia edizione (Mondadori, anni Novanta), presa in prestito in biblioteca, sono presenti 25 brevissimi saggi, ma ci sono versioni più complete, editorialmente.

Si tratta di pezzi sui costumi del tempo o recensioni di pièce teatrali, libri, biografie, poesie, performance attoriali, dipinti, scenografie, persino conferenze. Qualche volta risponde a o corregge scritti o opinioni di altri, sempre su argomenti di attualità all'epoca dell'articolo.

Si possono distinguere due gruppi di testi:

  • le recensioni su qualcosa di specifico, come appunto uno spettacolo o un libro;
  • dissertazioni su usi sociali e costumi, quali la moda o i modelli del suo tempo. Per esempio dei giovani modelli italiani scrive:
"È sempre molto complimentoso e gli accade di avere qualche buona parola di incoraggiamento anche per i nostri pittori più grandi."
Nel primo caso, è un po' difficile stargli dietro, poiché non si conosce l'argomento di riferimento; alcune raccolte poetiche o alcuni libri di Balzac o Dostoevskij possono essere reperiti anche oggi, ma, personalmente, non li ho letti.

Nel secondo caso, più alla portata della comprensione del lettore anche di oggi, è molto divertente cogliere il suo spirito in ogni riga. Ho adorato l'ironia di Pranzi e piatti o di Guida pratica al matrimonio, in cui il merito va anche all'autore del vero manuale recensito da Wilde. Interessanti e giocosi il già citato Modelli londinesi e i due articoli sulla moda inglese e non.

"Un uomo, diceva Baudelaire, può vivere tre giorni senza pane, ma nessuno può vivere un giorno senza poesia."
"Ci sono venti modi per cucinare una patata e trecentosessantacinque per cucinare un uovo, ma sinora la cuoca inglese conosce solo tre modi per cucinare l'una o l'altro."
Nondimeno, nei primi, come nei secondi mini-saggi, l'umorismo di Wilde, la sua sagacia, e la scrittura semplice, ma curata e chiara si riscontrano costantemente e offrono una piacevole lettura. Al vetriolo, per esempio, il commento sugli americani in L'invasione americana:
"Perché gli inglesi si interessano alla barbarie americana ben più che alla civiltà americana."

Giudizio: ⭐⭐⭐

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