domenica 3 marzo 2024

Il retelling della storia di Achille dal punto di vista della Miller

 Pareri distanti tra loro mi avevano raggiunta prima della lettura de La canzone di Achille, di Madeline Miller: dal capolavoro della storia d'amore, fino alla monnezza. Qual è la mia opinione dopo questa lettura?

Onestamente, una via di mezzo: non è né bello, né brutto, ma riesco a collocarlo almeno nel gradevole.


La storia la conosciamo: è quella di Achille e Patroclo, cresciuti insieme e indivisibili, destinati dalle Moire a segnare la storia della guerra di Troia, o, almeno, di una parte. Solo chi non ha fatto alcuna scuola superiore ignora chi sia Achille, il guerriero di Ftia, semidio invulnerabile (in questa versione non si fa riferimento al celebre tallone) e miglior guerriero del suo tempo. Potrebbe sfuggire un po' di più la figura di Patroclo, di cui si sente meno parlare, rispetto ai più famosi eroi achei e troiani (Odisseo, Ettore, Agamennone, Menelao, Paride, Diomede, Aiace), sennonché è proprio la sua figura a essere determinante nel destino del più grande protettore della città di Ilio.

In effetti il problema che ho avvertito immediatamente, fin dalle prime frasi del libro, è che, conoscendo la storia, non mi tornava che il narratore fosse proprio Patroclo. Ho litigato con questo concetto fino alla fine, quando finalmente se ne svela il senso (non credevo che ci fosse).

Malgrado il narratore in prima persona, la scrittura, che è poco più di una cronaca di una vicenda ben nota (diciamo che è un ripasso), è molto semplice e colloquiale (comprese le numerose frasi senza verbo). Non mi ha conquistata, ma non è sgrammaticata e non tenta inutile retorica.

Non apportando granché (la sola originalità è quella di concentrarsi sulla storia sentimentale tra Achille e Patroclo), non posso dire che questo retelling mi abbia particolarmente giovato, ma è comunque una versione carina e con poche libertà (per quanto conosco, non ha stravolto elementi cardine del mito conosciuto, che del resto non ha una sola versione, quella omerica, e dunque può anche permettersi di allargarsi un minimo, cosa fatta pochissimo dalla Miller. Inoltre è comunque una possibile versione e i personaggi letterari si prestano proprio a questo. L'unica cosa che non mi è proprio piaciuta è lo scontro tra Ettore e Achille, che ho trovato estremamente riduttivo. In generale è la parte finale della storia che si è presa le libertà maggiori riguardo al canone (se possiamo chiamarlo così).

Considerando un'altra versione, quella dal punto di vista di Odisseo, fatta da Valerio Massimo Manfredi, ricordo di averla trovata più appassionante, con maggiore pathos negli scontri, su cui era forse riversata maggiore attenzione. Del resto, Il mio nome è nessuno - Il giuramento è incentrato più del libro della Miller sulla guerra di Troia. La canzone di Achille, per la sua prima metà, si occupa degli anni di crescita di Patroclo e Achille, delle loro storie personali e della loro relazione.

Il carattere di Achille sembra piuttosto simile in questa ricostruzione a quello che intravediamo leggendo l'Iliade. Anche i maggiori eroi greci sono tratteggiati in maniera fedele al ricordo che possediamo dai tempi degli studi. La novità maggiore e, forse, anche l'interpretazione dell'autrice è su Patroclo, che riceve un approfondimento che non aveva mai avuto prima, probabilmente. Non l'ho trovato un ritratto coerente, se devo essere onesta. Nei primi capitoli e nei primi anni è un bambino e poi un ragazzo molto orgoglioso; durante la guerra diviene invece molto più disinteressato ai suoi bisogni e desideri. Vero è che può esserci stata un'evoluzione e che la guerra può averlo cambiato, ma mi è parso abbastanza netto come cambiamento. In ogni caso è sempre descritto come guidato dall'amore, anche se questo sentimento l'ho notato di più in lui (l'ho sentito), mentre in Achille è dichiarato, ma non l'ho così tanto apprezzato. Non ho percepito, insomma, la grandiosità del sentimento, lo strazio del distacco. Mi sono commossa quasi di più nell'addio con Briseide.

Forse la penna della Miller è poco matura (in fondo La canzone di Achille è il suo primo romanzo, del 2011)? Sono curiosa di leggermi Circe, scritto nel 2018, fra qualche tempo, per vedere se il miglioramento c'è stato, come ho sentito dire.

Giudizio: una sufficienza piena, ma non di più ⭐⭐⭐

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