lunedì 6 maggio 2024

La donna in bianco è il libro più bello di Wilkie Collins?

 Premessa, dell'autore inglese, grande amico e collaboratore di Charles Dickens, La donna in bianco (1859) è il secondo libro che leggo, oltre al tanto atteso La pietra di luna (1868). Adesso so che voglio leggere tutto ciò che lui abbia scritto e su cui si possano mettere le mani, anche se non nella nuova edizione Fazi.

Confermo infatti il mio disappunto per l'edizione del bicentenario dalla nascita dello scrittore: oltre all'assenza di una vera prefazione, anche in questo caso ci si limita a due note dello stesso Collins (le sue prefazioni alla seconda edizione inglese e all'edizione francese, comunque molto interessanti sulla genesi dell'opera), di una vita dell'artista e soprattutto di un indice (santa pazienza!!!), noto anche alcuni punti in cui mi si stanno scollando le pagine dal dorso (all'inizio e alla fine).

L'indice sarebbe veramente necessario, poiché le pagine sono tante (840) e il racconto procede, come La pietra di luna, per testimonianze, cambiando il narratore. Ci spiega Collins, infatti, che rimase colpito dal modo in cui in un tribunale ogni testimone apporta la sua visione dei fatti e contribuisce a ricostruire una vicenda, sia pure per punti di vista diversi e, talora, inconciliabili.


La donna in bianco
è raccontata esattamente in questo modo: per lungo tempo dal punto di vista di due dei suoi protagonisti, ma in qualche momento servendosi della narrazione di personaggi secondari o marginali. Per ritrovare nel corso della lettura un punto in cui un personaggio ha detto o fatto qualcosa che mi tornerebbe comodo rinfrescare, il sacro sommario avrebbe fatto proprio comodo!

Il mistero, che rende questo un libro un giallo in senso lato, ancora una volta molto più simile a un romanzo di avventure, pubblicato a puntate su All the Year Round (la rivista di Dickens), è la misteriosa identità di una donna vestita di bianco, della quale solo alla fine del libro si conosceranno tutti i segreti (anche se qualcuno si può sospettare prima).

Questa donna viene incontrata, tra le strade di Londra, da uno dei nostri protagonisti, Walter Hartright, la notte prima di partire per Limmeridge, nel Cumberland, dove farà da maestro di disegno alle due sorellastre Laura Farlie e Marian Halcombe. L'identità della donna e i segreti che custodisce si legheranno in molti modi a questi personaggi, generando praticamente un thriller in cui il lettore sospirerà d'angoscia e patirà molte pene insieme ai protagonisti.

Una delle caratteristiche più spiccate nella narrativa di Collins, infatti, è proprio lo straordinario modo in cui rende vivi i personaggi, caratterizzandoli a tutto tondo, mostrandoceli negli atti e nei sentimenti. Ritengo quasi impossibile non affezionarsi loro e non partecipare con ansia alle loro vicende. Nella stessa prefazione, infatti, l'autore ci racconta:

"Le due protagoniste, ad esempio, Laura e Miss Halcombe, riscossero una tale simpatia che, quando a un certo punto della storia l'una o l'altra sembravano in qualche modo minacciate, ricevetti numerose lettere che, molto seriamente, mi pregavano di «salvare le loro vite»!"

Non è cambiato nulla, credo, in questo, col passare degli anni, anche se si tratta di un secolo e mezzo. Ritengo, infatti, questo romanzo molto più un thriller che un giallo, per la suspense che riesce a creare lo scrittore. Le mie parti preferite, in effetti, sono state proprio quelle relative alle due donne e scritte attraverso il diario di Marian.

Quel che è cambiata, senza dubbio, è la nostra sensibilità su altri aspetti, per esempio la questione femminile. Di Marian si fa fin da subito un ritratto molto appassionato ed è sempre mostrata come una donna fuori dall'ordinario per tempra, coraggio, forza e astuzia; un esempio da ammirare, una vera eroina, che ci viene contrapposta, però, alla normalità delle altre donne e questo sia per sua bocca, in una delle prime scene che la vedono interagire con Walter, sia in generale, poiché è spesso paragonata, trovandola simile, a un uomo. Lungi da me rimproverare di questo un uomo che è nato duecento anni fa, però anche ne La pietra di luna uno dei personaggi, Betteredge, esprime compassione per la pochezza delle donne, riferendosi in particolare alla moglie. In quell'occasione non diedi troppo peso alla cosa, perché questa era l'opinione di un anziano servitore, ma, trovando questo pensiero ripetuto, comincio a notarlo con maggior fastidio, mentre in altri romanzi, anche di quel periodo, non avevo ancora trovato quest'opinione così schiettamente espressa. Leggerò altri uomini del tempo e cercherò meglio se ne hanno scritto con tanta chiarezza.

In ogni caso questa è la sola nota dolente, se proprio se ne deve trovare una. Alcune rivelazioni o colpi di scena nel romanzo, possono, inoltre, apparire un po' scontate per il lettore di oggi, ma -come la questione femminile- va calata nel contesto in cui è stata scritta l'opera, agli albori di questo genere letterario. Sono pertanto i nostri scrittori contemporanei a non aver inventato nulla, anche se, forse, ne sono convinti.

A me La donna in bianco è piaciuto pazzamente: intriga, emoziona, ha personaggi fatti molto bene (elemento che avevo riscontrato già in La pietra di luna e che ha spinto i lettori di allora a chiedere a Collins chi erano le controparti nella realtà di Marian -per sposarla- o dell'ambiguo Conte Fosco). Ha un'atmosfera di mistero e pericolo che avvince e invita alla lettura, eppure anche nei momenti di massima paura per le sorti dei personaggi, c'è qualcosa di confortevole. I colpi di scena non mi sono sembrati scontati. La trama (e la sua struttura), in ogni caso, è l'elemento più riuscito di tutti. Pur, ormai, non riuscendo originalissima, è così ben costruita che a ogni cambiamento di situazione nasce un nuovo "riusciranno a...?". Anche i più osannati autori di thriller di oggi non riuscirebbero a fare altrettanto.

Personalmente, inoltre, ho trovato più intrigante (e mi è piaciuto di più) questo romanzo, rispetto a La pietra di luna: diciamocelo, un furto non è un argomento così interessante, come il pericolo di un omicidio 🙊. Poiché, però, ho trovato molto bello anche l'altro romanzo, paradossalmente consiglierei di approcciare la lettura di Collins da La pietra di luna e proseguire in crescendo con La donna in bianco. Nel frattempo mi sono procurata usata la raccolta di Sellerio Tre storie in giallo.

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐⭐

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