domenica 5 maggio 2024

Luis Sepulveda ci porta le Ultime notizie dal sud

 "Sognavo e ancora sogno quella macchina a vapore. Non so se sono un uomo coraggioso, ma so che non temo la morte perché l'ho sempre vista legata alla vecchia locomotiva. Mi aspetta su un binario deserto, io infilo le ultime monetine nella fessura, le bielle iniziano a muoversi, escono sbuffi di vapore, salgo senza voltarmi indietro e me ne vado. Tutto qui."

Con parole sognanti, Luis Sepulveda ci accompagna ancora una volta in Patagonia. 


Come in Patagonia Express (1995), nato dall'incontro con Bruce Chatwin a Barcellona, l'autore cileno, armato di una moleskine, ripercorre, a distanza di anni (2011), i paesaggi della Terra del Fuoco, immortalati dalle fotografie di Daniel Mordzinski, e racconta alcuni episodi di quel che lui e il fotografo hanno visto, incontrato, vissuto nel viaggio intrapreso insieme nella seconda metà degli anni Novanta, al di sotto del 42° parallelo.

Lo scrittore ci spiega subito che sono stati gli ultimi testimoni di molto di ciò che videro e che adesso non c'è più, probabilmente cancellato, abbattuto dal progresso. La testimonianza di una Patagonia selvaggia e perduta rende, dunque, ancora più preziosa la lettura di Ultime notizie dal Sud (161 pagine, Guanda), già resa speciale dalle numerose fotografie presenti.

Gli episodi raccontano di luoghi sperduti e di persone che resistono all'avanzata del progresso contrapponendo i loro diversi e antichi modi di vivere: dal triste addio all'amico e scrittore Osvaldo Soriano, a cui il libro è dedicato, al liutaio che cerca il pezzo giusto per il suo lavoro, passando dalla signora Delia, dal primo artigianato cinematografico della Patagonia e dall'ultimo viaggio del Patagonia Express.

La scrittura di Sepulveda è sempre poetica e soave, ma si avverte non poca rabbia, quando l'autore denuncia i cambiamenti imposti da una nuova modernità asettica e incapace di comprendere i bisogni di chi vive veramente quei luoghi, come quando racconta l'impossibilità di scoprire a che ora parte il treno per la Patagonia, perché le ferrovie sono state privatizzate e la nuova burocrazia ha perso il contatto con la realtà e con la gente. Ancora più dura la critica agli stranieri, che non comprendono la terra che comprano, ma hanno denaro sufficiente per farlo e dunque possono prendersi gli appezzamenti che desiderano, cacciando i locali, o requisire il treno che serve agli abitanti del villaggio di El Maitén per raggiungere i servizi principali di Esquel.

Personalmente, ho trovato questo libro molto bello, sia per la scrittura di Sepulveda, piacevole e appassionata, sia per la sua straordinaria sensibilità nel raccontarci questi episodi surreali e magici di un mondo che sembra non esserci più. Mi è piaciuto e lo raccomando (come Patagonia Express e per gli stessi motivi) per leggere di avventure estremamente distanti dal nostro modo di vivere, restituite intatte nella loro atmosfera e nel loro sapore autentico.

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐

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