Mettiamo una donna di 39 anni (che per noi è nel fiore degli anni, ma che nel 1917 era considerata - e anche il personaggio si considera - una zitella di mezza età), Elena McGill, che ha sempre vissuto insieme al fratello Andrea, lavorando insieme alla fattoria, lui nei campi, lei cucinando e mandando avanti la casa.
Mettiamo che il fratello diventi uno scrittore famoso e che cominci a lasciare sempre più incombenze alla sorella, sempre più stufa di questo.
Mettiamo che un giorno arrivi alla fattoria un ometto che si propone di vendere la sua attività ambulante di libraio ad Andrea e che Elena tema che accetti e che la abbandoni alla fattoria per chissà quanto.
È fatta: la donna decide di buttarsi al posto del fratello nell'avventura e parte col carrozzone trainato da un cavallo, un cane e il Professor Roger Mifflin per portare la letteratura nel mondo della povera gente di campagna e di città. Le avventure sono dietro l'angolo.
Il Parnaso ambulante, dello scrittore americano Christopher Morley (Edito da Sellerio in Italia già nel 1992 - e rimasto nella sua vetusta traduzione del 1953, con i nomi addirittura tradotti), è ambientato nel New England ed è un romanzo molto carino, consigliatissimo per una lettura leggera, ma non del tutto disimpegnata.
Pur non essendo denso di avvenimenti (comunque ha solo 176 pagine), è ricco di spunti di riflessione. La coppia di venditori è infatti strampalata e buffa ma ci insegna, strada facendo, molte cose sull'importanza della lettura e di condividerla con l'umanità, ma anche sulle seconde occasioni: non è mai troppo tardi per scoprire cosa ci appassiona e seguire i nostri sogni.
Giudizio: ⭐⭐⭐ 1/2
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