Il crimine del buon nazista (Sellerio, 196 pag) di Samir Machado de Machado è il primo giallo, ma anche romanzo in generale, brasiliano che leggo.
L'autore è nostro contemporaneo, ma l'ambientazione della storia è il 1933. Uno Zeppelin tedesco sorvola i cieli brasiliani e a bordo sta la crème de la crème della società nazista (e non) dell'epoca, dal pilota, celebre, ma totalmente contrario al nuovo regime, al funzionario di polizia, Bruno Bruckner, che verrà presto distolto dal suo rilassante viaggio per l'occorrere di un evento delittuoso.
Uno dei passeggeri è infatti ritrovato senza vita nel bagno del dirigibile, al mattino successivo al suo imbarco. La sera prima aveva cenato con altre quattro persone: un medico nazista che compie esperimenti di eugenetica, una snobissima baronessa, un giovanotto inglese di bell'aspetto e dalla lingua pungente e, infine, proprio il poliziotto. L'identità della vittima è dubbia, forse è ebreo, forse omosessuale e potrebbe dunque trattarsi di un crimine di odio.
Il mistery parte in modo classico: scena ristretta ai convitati del pasto, indagini tradizionali, interrogatori di rito e ambientazione che non può che rimandare ai grandi romanzi della Christie che si svolgono su mezzi di trasporto "chiusi" (treno, battello, aereo...); tuttavia la narrazione non è del tutto affidabile, riserva qualche sorpresa e non sono presenti, a mio avviso, tutti gli elementi necessari per capire chi è il colpevole.
Soprattutto, ritengo questo, dato il finale, non un vero giallo, ma proprio un pretesto per parlare di un tema molto preciso, ossia la condizione delle persone omosessuali nella Germania nazista.
Il romanzo è scritto benissimo, molto scorrevole, con un buon lessico e mi è piaciuto molto, ma come romanzo piuttosto che come giallo. Da questo punto di vista sono rimasta un po' scontenta, ma compensa tantissimo con una scrittura davvero piacevole.
Giudizio: ⭐⭐⭐⭐

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