Settantasei anni dopo la pubblicazione di Frankenstein, Arthur Machen pubblicava Il grande dio Pan, insieme al piccolo racconto La luce interiore.
Si tratta di due testi incredibilmente simili, che hanno per protagonista donne misteriose, dai comportamenti e dagli sguardi fuori dal comune e un ambiente intorno scientifico che molto rimanda a quel dottor Frankenstein che sperimentata nel suo laboratorio il confine fra vita e morte.
Il grande Dio Pan è un racconto più ricco e sviluppato, anche se in più momenti del tempo: una presenza accompagna ogni capitolo del libro, pur prendendo forme diverse e il lettore deve arrivare alla fine della storia per poter mettere insieme tutti i pezzi.
L'introduzione a questa mini raccolta di due scritti nel volume edito da L'Ippocampo è doppia: quella dell'autore, scritta in occasione del ventiduesimo anniversario dell'opera, e quella di Guillermo del Toro.
L'edizione offre inoltre ventisei tavole illustrate dall'artista paraguayano Samuel Araya e altri tre racconti: La storia del sigillo nero e La storia della polvere bianca, tratte da I tre impostori, raccolta introdotta nientemeno che da Jorge Luis Borges, e La piramide di fuoco. Al termine del volume è posta la postfazione di S.T. Joshi.
La storia della polvere bianca somiglia ai primi due di questa raccolta, mentre La storia del sigillo nero e La piramide di fuoco sono incentrate su un tipo molto particolare di leggende del folklore britannico, sul piccolo popolo.
Lo stile di Machen è molto suggestivo: tanto quanto è preciso nelle descrizioni di paesaggi, tanto è allusivo nel farti capire cosa si nasconde dietro la storia, senza mai svelarne una realtà concreta e materiale. Credo sia proprio questo tratto ad avermi affascinata tanto e ad avermi fatto apprezzare questi racconti, anche se non sono spavensotosi.
Giudizio: ⭐⭐⭐ 1/2

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