sabato 25 novembre 2023

Il primo libro della trilogia di Fairy Oak: il segreto delle Gemelle

Non disdegno mai la letteratura per l'infanzia e per ragazzi, che solitamente riempie gli occhi di mondi incantati, ambientazioni immaginifiche e buoni sentimenti, che sono poi il motivo primario che mi spinge a ricercarla: leggere testi in cui nobili valori sono insegnati ai giovani protagonisti in formazione mi fa sentire confortata, al sicuro, serena. Così mi sono tuffata contenta in questa saga scritta dalla nostrana Elisabetta Gnone, creatrice di universi fiabeschi come quello di W.I.T.C.H. Come questo fumetto, anche la saga di Fairy Oak ha conosciuto ampio successo e non solo in Italia.


Vaniglia e Pervinca Periwinkle sono due gemelle che abitano con la loro mamma Dalia, il loro papà Cicero e loro zia, la celebre Strega della Luce, Lalla Tomelilla, in un villaggio dove vivono in pace abitanti magici e non magici: Fairy Oak.

La storia è raccontata dalla fata-tata, Felì, diminutivo del reale nome Sefelicetusaraidirmelovorrai (leggere i nomi completi delle fate è uno dei piaceri di questa lettura e questo è particolarmente simpatico perché si declina a seconda di chi parla). Questa fata è assunta nella famiglia Periwinkle prima della nascita delle gemelle, perché le vigili e le protegga. Suo compito di baby sitter è anche di scoprire se le ragazze dimostrano segni di magia e di relazionarlo ogni sera alla sua datrice di lavoro, Tomelilla, da cui eventualmente potrebbero ereditare i poteri magici.

In meno di trecento pagine (nella mia edizione Salani 279) siamo catapultati nel mondo allegro di Fairy Oak, con i suoi caratteristici abitanti e i loro usi. Questo primo libro introduce i personaggi e il contesto in cui si ambienteranno i due successivi capitoli, ma non è privo di un po' di azione (a dirla tutta sul finale mi ha anche emozionata). Non tutto, infatti, scorre tranquillo fra lezioni, feste di compleanno, innamoramenti e ripicche a Fairy Oak: un oscuro pericolo incombe e coinvolgerà tutto il villaggio.

Le gemelle sono proprio come il giorno e la notte e su questa caratterizzazione degli opposti si gioca tutto. Tuttavia nessuna delle due incontra la mia simpatia: in quanto bambine, prima di tutto, sono leggere e disobbedienti (il che sarebbe a loro favore, se non fossi un'adulta e dunque non riuscissi a immedesimarmici).

Vaniglia, detta Babù, è gentile, ma impacciata e tende leggermente verso il vittimismo, che è quanto mi dispiace del personaggio. Apprezzo invece la sua mania nei confronti degli oggetti, che me la rende vicina.

Pervinca invece non mi piace proprio: per differenziarla dalla femminile Vaniglia (proprio uno Yin), la descrivono più spavalda e maschile (Yang), anche un po' scontrosa.

Come già detto, questa differenza grossolana occorre alla trama, però avrei preferito se la loro caratterizzazione le avesse differenziate senza ricadere proprio in questo contrasto bianco-nero quasi taoista. Anche gli altri personaggi sono abbastanza poco sfaccettati, ma forse ancora non si è entrati nel vivo della storia. Felì tende a essere perfettina, è un modello di fedeltà e responsabilità. Ho avuto più simpatia per Cicero, per Tomelilla e per il Mago del Buio Duff, il cui nipote ho trovato, invece, abbastanza scialbo e privo di una vera caratterizzazione (ma appunto, forse è solo presto).

La scrittura di questo libro è scorrevolissima e piacevole. Il linguaggio incontra il mondo fatato e se ne fa portatore. Sono molto curiosa di leggere il prossimo volume e inizierò presto!

Giudizio: piacevole, una serena lettura ⭐⭐⭐⭐

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