sabato 28 settembre 2024

I casi dell'Ordine della Ghirlanda I: Il caso dei sessantasei secondi

 C'è una fermata sulla linea metropolitana che a Londra collega Marylebone e Aylesbury che non dovrebbe esistere. Eppure il treno che parte ogni mezzanotte da Marylebone vi compie una sosta di 66 secondi, tutte le notti. A questa storia si intreccia quella di un altro mistero che coinvolge uno dei più stretti e importanti collaboratori di Sua Maestà la Regina Vittoria.


Qui entrano in scena Lucy Blackstone l'organizzatrice, Candice King la chimica, Mei Li Bradford l'esperta di arti marziali e Kaja Bandhura, giornalista con la passione degli archivi: questo è il primo caso per le quattro ragazze dell'Ordine della Ghirlanda, serie ideata da Tommaso Percivale e pubblicato da Mondadori. Il caso dei sessantasei secondi ha 179 pagine; anche se è letteratura per ragazzi (che adoro) va benissimo anche per gli adulti e si legge in uno o due giorni. Il secondo volume di questa serie, Il caso del villaggio scomparso, è sempre uscito nel 2019 e mi piacerebbe recuperarlo.

All'inizio e per buona parte del racconto, in realtà, le nuerose linee narrative che partivano ma sembravano perdersi dopo un solo capitolo mi stavano un po' confondendo e, persino, infastidendo, ma per fortuna dal capito 10 o 11 le linee cominciano a riunirsi e la storia prende un buon avvio, concludendosi in modo davvero degno. 

La scrittura è davvero buona e i personaggi resi simpatici e accattivanti, anche se, senza dubbio, ci sarà tempo nei prossimi volumi per approfondire la conoscenza delle quattro eroine.

Riguardo la trama, l'intreccio è interessante e divertente; è curioso che i "cattivi" siano mostrati nel corso della narrazione. Di fatto, la storia aderisce molto di più al genere avventura che a quello mistery, poiché non è lasciato al lettore il compito di indagare, ma gli eventi sono semplicemente descritti per come avvengono, senza indizi da cui trarre deduzioni.

Giudizio: nel complesso è gradevole e intrattiene ⭐⭐⭐ 1/2

Il capolavoro che colpevolmente non avevo ancora letto: Uomini e topi

Uomini e topi è un libro straordinario (colpevolmente il primo che leggo di John Steinbeck) e nessuna parola che potrò usare per descriverlo sarà originale, nuova o sufficiente a rendere l'idea. Mi limiterò dunque a parlarne brevissimamente.


Steinbeck era già piuttosto noto quando nel 1937 scrisse quest'opera. Si tratta di un testo piuttosto breve (139 pagine, Bompiani), ma scritto così magistralmente da condensarci dentro molto: dell'amicizia, della vicinanza e capacità di comprensione degli uomini, dei loro sogni, ma anche della paura che ognuno ha dell'altro, che genera solitudine.

La struttura è in sei capitoli, che in realtà sono praticamente sei atti teatrali, con una scena fissa, descritta in dettaglio all'inizio del capitolo, in cui entrano ed escono i personaggi. Gli avvenimenti stessi o avvengono in scena o sono raccontati dai personaggi, ma più raramente.

La storia è abbastanza lineare: due uomini si recano in una fattoria come lavoratori stagionali. Diversissimi fra loro e legati da tempo, George è un uomo sveglio e cerca di provvedere meglio che può a Lennie, che invece è forte, ma con la mente di un bambino. Sperano di guadagnare abbastanza per raggiugere il loro obiettivo, ma i problemi sono sempre dietro l'angolo.

Questo libro mi ha travolta, l'ho letto in un solo pomeriggio e mi ha emozionata fino alle lacrime. Non potete esimervi dal leggerlo.

Giudizio: ⭐⭐⭐⭐⭐

lunedì 2 settembre 2024

Sua Maestà la Regina indaga II: Un problema da tre cani

 Il secondo capitolo della sbarazzina serie di Sophia Bennett, in cui Queen Elizabeth II indaga, proprio come una spigliata Jessica Fletcher, si intitola Un problema da tre cani (Mondadori, 456 pagine), omaggiando scherzosamente Sherlock Holmes con le sue "tre pipe".

A differenza del primo romanzo, che era ambientato al castello di Windsor, questo secondo mistery vede protagonista nientemeno che Buckingham Palace.


I misteri, invero, iniziano con un giro di biglietti anonimi rivolti ad alcuni membri del personale di palazzo e con uno dei quadri preferiti della Regina, che ricompare in una mostra dopo molti anni dalla sua scomparsa. La regina e l'assistente del Segretario Privato, Rozie Oshodi, la brillante capitana al corrente dell'inclinazione di Elizabeth II per le indagini, hanno già iniziato a muovere i passi necessari per comprendere cosa si cela dietro a tutto ciò, quando una delle persone minacciate è trovata morta.

L'investigazione in questo romanzo è molto avvincente e, rispetto a Il nodo Windsor, coinvolge maggiormente la Regina, che si divide la scena con Rozie al 50%. Ho trovato questo cambiamento molto gradito, poiché su questo fronte la precedente lettura mi aveva molto deluso. Mi aspettavo di trovare in questa serie una maggiore presenza in azione della sovrana e questo secondo capitolo mi ha accontentata.

Del resto i primi volumi sono sempre un po' introduttivi in una serie e non abbiamo così bisogno di conoscere Elisabetta II quanto un personaggio fresco di penna come Rozie. Tuttavia, c'è spazio anche per lei e per approfondire il suo lato più umano (famiglia e relazioni) laddove nel primo libro era stato curato soprattutto l'aspetto professionale.

La lettura è stata sicuramente piacevole, ricca di humor, e ha mantenuto costante il mio desiderio di andare avanti per scoprire come proseguiva. Anche questo è un miglioramento: le necessarie presentazioni dei personaggi, che sempre occupano tanto spazio negli esordi, avevano reso molto meno fluido Il nodo Windsor. Ormai mi sono affezionata ai personaggi e li trovo piuttosto ben caratterizzati. La conoscenza si fa più approfondita anche con il Segretario Privato, infatti, o col povero detective di Scotland Yard che deve costantemente essere raggirato dalle due detective in incognito.

Non sono, invece, soddisfatta di come si è conclusa l'indagine: l'autrice è giunta alla fine anche troppo rapidamente, pur avendo gettato le premesse della risoluzione con anticipo intempestivo, così da averla trascinata a lungo e da averci privato dei colpi di scena. Ritengo, infine, che almeno un paio di linee narrative siano rimaste irrisolte. C'è forse da ritenere che proseguiranno nel prossimo capitolo? Intendo leggerlo presto e scoprirlo.

Giudizio: ⭐⭐⭐ 3/4

Primo capitolo della trilogia di Holly Jackson: Come uccidono le brave ragazze

 Il thriller young-adult e britannico Come uccidono le brave ragazze di Holly Jackson (Rizzoli, 464 pagine) è stata una fresca sorpresa.


La formula del romanzo è accattivante fin dalle prime pagine, a partire dalla veste grafica. L'idea non è delle più originali (una civile, una studentessa per la precisione, che indaga su un cold case), ma la messa in pratica è molto stuzzicante: Pippa è una liceale (o comunque gli inglesi chiamino le ragazze di 17 anni che stanno per superare gli studi prima dell'università) ha deciso di fare la sua "tesina" su un caso di omicidio (sparizione?)-suicidio risalente a cinque anni prima, quando la problematica ma bellissima Andie Bell scompare nel nulla e pochi giorni dopo il suo fidanzato Sal Singh è trovato morto nel bosco, non prima di aver inviato per sms una confessione dell'omicidio di Andie, il cui corpo non sarà mai trovato.

Nel presente, tuttavia, Pip non crede alla colpevolezza di un ragazzo meraviglioso come Sal e decide di offrire il suo aiuto al fratello di lui, Ravi, per scoprire come andarono veramente le cose allora. Come nel più classico dei thriller, Pip si trova invischiata nelle indagini, in situazioni di pericolo e in una rete di sospetti che coinvolge anche persone molto vicine a lei.

Devo dire che non mi aspettavo il modo in cui è finito il romanzo (io mi ero fatta traviare fin dall'inizio da un elemento che non si rivelerà minimamente importante e non ho cambiato idea quasi fino alla fine). 

Il personaggio di Pippa è abbastanza simpatico: una tipa impacciata che parla tantissimo, ma anche molto determinata. Ha una chiara visione della giustizia e un interesse per la criminologia (ambito verso cui tende anche per il lavoro che vorrebbe svolgere nella vita); forse è un po' troppo paladina senza macchia, ma rispecchia pienamente i modelli che vorremmo e che vogliono le generazioni più giovani, dunque (visto anche il target) ci va benissimo così. La sua spalla è il fratello più grande dell'accusato dell'omicidio della "ragazza perfetta": si porta dietro ferite profonde, problematiche "ambientali", ma sappiamo anche perfettamente dove andrà a parare il rapporto fra i due personaggi. Non è questo uno dei motivi per cui leggiamo questa narrativa?

A tratti mi ha ricordato Uno di noi sta mentendo, almeno per l'età dei protagonisti, l'intreccio del romance con il thriller e per il fatto che sono dei ragazzini a trasformarsi in detective in erba. La struttura del racconto e il tipo di crimine, invece, sono completamente diversi.

Altri personaggi, alcuni dei quali sospettati, ruotano poi intorno a Pip e sono caratterizzati in modo abbastanza leggero e abbozzato, ancora più della protagonista e di Ravi. Tra questi personaggi la sua famiglia super-inclusiva, tra cui un componente che ci farà soffrire abbastanza tra le pagine.

Il libro ha una buona narrativa, molto scorrevole, complici anche i capitoli brevissimi: non puoi non continuarne a chiedere "ancora uno" durante la lettura.Le pagine non sono pochissime, ma volano via e lette sotto l'ombrellone sono il massimo per una lettura d'intrattenimento leggera, ma coinvolgente e godibile.

Giudizio: ⭐⭐⭐ 3/4