Ho riascoltato in questi giorni su Audible L'abbazia di Northanger, la prima opera di Jane Austen, che, come gli altri romanzi, lessi tanti anni fa, nell'adolescenza. Confesso che non ricordavo praticamente nulla, a eccezione dell'adorazione della protagonista per I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe. Strano come ci si ricordi di certi dettagli. Questo romanzo e Ragione e sentimento sono, probabilmente, quelli dell'autrice che meno ricordo.
L'ascolto è stato molto piacevole perché davvero non ricordavo quanto fosse divertente: la scrittura è frizzante, un costante umorismo descrive in modo serio le incongruenze della società e soprattutto prende in giro i personaggi che hanno una morale fragile. Sotto la penna della Austen l'accompagnatrice alla vita sociale di Bath della protagonista, svampita e interessata solo a come è vestita, Mrs Allen, l'ipocrita amica del cuore Isabella e il fratello di lei, Mr Thorpe, subdolo e fanfarone, sono esposti al ludibrio del lettore. Persino la protagonista è introdotta in modo faceto, con un tono così spiazzante e satirico per una scrittrice Ottocentesca, in un incipit memorabile, da lasciare sorpresi.
"Nessuno che avesse conosciuto Catherine Morland nella sua infanzia avrebbe mai immaginato che fosse nata per essere un'eroina."
E la sua descrizione nei primi paragrafi è altrettanto satirica.
"Una famiglia con dieci figli sarà sempre chiamata una bella famiglia, purché ci siano teste, braccia e gambe nella giusta proporzione; ma i Morland avevano poco altro per essere degni di quell'aggettivo, poiché erano in generale molto brutti, e Catherine, per molti anni della sua vita, brutta come tutti. Aveva una figura esile e goffa, una pelle giallastra e scolorita, capelli scuri e lisci e lineamenti marcati; questo come aspetto fisico; ma non meno sfavorevole all'eroismo sembrava la sua mente.
[...] Tale era Catherine Morland a dieci anni. A quindici, l'aspetto era in via di trasformazione; cominciò ad arricciarsi i capelli e a spasimare per i balli; la carnagione migliorò, i lineamenti si ammorbidirono, quando ingrassò un po' e si fece più colorita, gli occhi acquistarono più vivacità, e la figura più rilievo. L'amore per la sporcizia lasciò il posto all'inclinazione per i bei vestiti, e divenne pulita diventando elegante; ora aveva talvolta il piacere di sentire i commenti del padre e della madre sul suo miglioramento fisico. "Catherine sta diventando proprio una bella ragazza, oggi è quasi graziosa", erano le parole che di tanto in tanto le giungevano all'orecchio; e quanto erano graditi quei suoni! Apparire quasi graziosa, è un complimento che dà molta più gioia a una ragazza che era stata brutta per i primi quindici anni della sua vita, rispetto a qualsiasi altro ne possa ricevere chi è stata bella fin dalla culla."
Catherine Morland, la nostra protagonista, è una ragazza serissima per principi morali e totalmente naïve sulla società e sulle persone: è integerrima, ma sprovveduta, seria, simpatica e totalmente trasparente, tanto da spiattellare, quando ancora muove i primi passi nella vita di società, i suoi sentimenti e da credere alle parole di tutti. Appena arriva a Bath con i coniugi Allen, infatti, è subito preda della scaltrissima Isabelle Thorpe, che intende accalappiarsi il fratello di lei e che è similissima nei comportamenti e nel carattere a Lucy Steel di Ragione e sentimento. Catherine, tuttavia, si innamora fin da subito del reverendo Henry Tilney e scopre di essere simpatica anche al padre del suo beniamino, che la inviterà poi nella tenuta di famiglia, l'abbazia che dà nome al romanzo. Il vetusto luogo e il severo generale Tilney sono così suggestivi, che per Catherine è impossibile non nascondano misteri, ma quali sono i veri segreti e dove risiedono le doppiezze del prossimo sono proprio il tema di questa storia.
Rileggerlo a breve distanza dal mio secondo incontro con Ragione e sentimento me lo ha fatto nettamente preferire per il tono acuto e scanzonato di L'abbazia di Northanger. L'autrice prende in giro tutto e tutti, compresa la letteratura e i colleghi autori. Questo romanzo è dunque quasi una parodia sia delle storie d'amore, sia dei romanzi gotici, che nutrono la troppo fertile fantasia di Catherine.
Ho poi guardato l'unico adattamento del romanzo (secondo Wikipedia), disponibile su Prime Video, con Felicity Jones che nel 2007 è perfetta nel ruolo della protagonista, con quello sguardo meravigliato che sfiora ogni cosa nuova a Bath con allegra semplicità e una Carey Mulligan totalmente in parte nel personaggio di Isabelle.
Ho trovato il film di Jon Jones una trasposizione incredibilmente aderente alla storia originale (così aderente da stupirmi, fino a iniziare la pellicola con l'incipit del romanzo e a terminarla con la morale finale), molto scorrevole (dura solo un'ora e mezza), con un cast azzeccato e un tono leggero perfetto. Le differenze rispetto al romanzo sono minime, come l'inserimento di una storia collaterale, appena accennata in realtà, alcune "concessioni moderne", ossia un risvolto particolare sul finale della storia di Isabelle e le conseguenze in forma di sogni, fantasie o incubi alle letture di Catherine, I misteri di Udolpho e Il monaco, per l'epoca spaventose e licenziose. Le variazioni sui personaggi di Eleanor Tilney e Isabelle Thorpe sembrano un voler riequilibrare i destini rispetto al romanzo, nel quale un personaggio positivo come Eleanor non sembra ottenere un lieto fine ed esce di scena fin troppo velocemente, mentre Isabelle è punita anche troppo poco per la sua doppiezza.
Giudizio: potrei rivalutare questa commedia di Jane Austen tra i miei preferiti, certo dopo Orgoglio e Pregudizio e Persuasione e il film è delizioso, nella sua semplicità (forse lo dico solo perché è fedele all'originale?).