I leoni di Sicilia di Stefania Auci (Nord, 448 pag), primo volume di una dilogia sulla famiglia dei Florio, che tra Ottocento e Novecento avviò un commercio fiorente in Sicilia, prima di spezie, poi di zolfo, tonno, marsala, mi ha completamente stregata.
Non mi capitava da tanto tempo e non so quale fattore ha giocato il ruolo più rilevante, vuoi la penna, vuoi le vicende, ma non riuscivo a staccare gli occhi dal libro e l'ho effettivamente divorato in una manciata di giorni.
1799, Bagnara Calabra: i due fratelli Florio, Paolo e Ignazio, sono marinai. Trasportano spezie insieme al cognato, ma il terremoto di quell'anno spinge Paolo a prendere una decisione che rimanda da tempo: spostarsi a Palermo, avviare una bottega di spezie, cercare una vita migliore in una città portuale. Sono restii suo fratello Ignazio e, soprattutto, sua moglie Giuseppina, con la quale ha un rapporto difficilissimo. Il matrimonio, forse, sarebbe stato più felice con l'altro fratello?
Il destino, tuttavia, abbatte le remore e i tre partono con la nipote orfana Vittoria e col piccolissimo Vincenzo, il figlio di Paolo e Giuseppina. A Palermo li aspetta una strada in salita: la diffidenza della città verso questi calabresi, la concorrenza più o meno sleale degli altri commercianti di spezie, ma i Florio riescono a costruirsi un nome e, persino, soprattutto con Vincenzo, un impero.
Questa saga è densissima: le vicende personali, i drammi, i conflitti si intrecciano ai fatti storici reali della famiglia, della città, del regno. Economia, politica, storie d'amore struggenti il tutto in una narrazione avvincente. Auci non scrive con una prosa poetica o ricercata, ma è una narratrice che sa come incantare, sa dove porre l'accento per rendere la storia di Giuseppina e Ignazio un amore impossibile e per esaltare il legame tra Vincenzo e Giulia. Una mestierante? Probabilmente non solo, perché la ricerca storica che ha condotto sulla famiglia più potente di Sicilia è stata ampia e accurata.
A me sono piaciuti proprio i drammi che coinvolgono i familiari: il rapporto di Giuseppina con i due fratelli, i loro non detti che provocano struggimento ed empatia; il rapporto di Vincenzo col padre, che però può vivere poco, con Benjamin Inghram (altro storico personaggio un po' tratteggiato nel romanzo e determinante come i Florio nell'economia dell'isola), ma soprattutto con lo zio, a cui si legherà moltissimo; la sua storia di crescita personale, professionale e, infine, le sua storia d'amore con Giulia, personaggio incredibile e affascinante.
Nell'autunno 2023 è uscita su Netflix (poi in chiaro su Rai 1 nel 2024) la serie tv tratta da questo primo romanzo, con protagonisti Michele Riondino (Vincenzo Florio) e Miriam Leone (Giulia Portalupi), diretti da Paolo Genovese. Non ho il coraggio di vederla, poiché temo che non sia all'altezza di quel che ho letto e non mi convince tanto questa scelta di cast.
Non mi resta che leggere L'inverno dei leoni, ma ho qualche remora anche a iniziare questo per timore che possa non essere bello e avvincente come il primo romanzo.
Giudizio: ⭐⭐⭐⭐ 1/2